giovedì 9 ottobre 2008

Benedetto Nardini (2) su Napoli

«Solo raccapriccio provo, a ricordare le crudeltà ignominiose commesse durante la rivoluzione [del 1799] dalla plebe napoletana.I lazzari arrostivano gli uomini nelle strade, e domandavano poi con volto penoso ai passanti elemosina per aver spiccioli con cui comprar del pane per mangiarseli arrostiti. Molti di loro portavano nelle tasche delle loro vesti stracciate dita e orecchi tagliati, e quando incontravano qualcuno che credevano partigiano del re [ ferdinando I di Borbone], gli mostravano queste spoglie con aria trionfante. Condussero un uomo nudo per le vie, e lo costrinsero a camminare curvo perché uno di questi scellerati, che era al suo fianco,cercava di tagliargli i testicoli con la sciabola.Le donne erano ancora più crudeli: bastava venir denunciato come rivoluzionario da una di queste furie per esser massacrati sul campo. Chiunque avesse capelli tagliati era perduto. Qunalcuno pensò di camuffarsi con parrucche; ma quei barbari orrendi ben presto capirono l'astuzia.Essi correvano dietro ai passanti e tiravano loro i capelli, e se restavano loro in mano , per quelli era la fine. Più di 2000 case vennero saccheggiate [le case dei nobili].Tutto ciò si fece per il re e per le Santa Fede. Per tre mesi il cardinale Ruffo devastò il paese, che pure era anche suo.»

Benedetto Nardini.
A Napoli nel 1799
da: Mes périls pendent la révolution de Naples; récit de toutes les horreurs commis par les lazzaronis.

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