giovedì 9 ottobre 2008

Johann Wolfgang Goethe su Napoli

« Tutto induce a pensare che una terra feconda e felice come questa, dove ogni elementare bisogno si trova soddisfatto con poco, produca gente capace di aspettare flemmaticamente dall'indomani ciò che le ha portato l'oggi, e di vivere quindi, senza pensieri, nella completa dolcezza della pigrizia.Man mano comincio a trovarmi meglio con questa gente; bisogna però pesarli coi pesi del bottegaio, mai e poi mai col bilancino dell'orafo !Qui nessuno sa nulla dell'altro, quasi non s'accorge degli altri che gli passano accanto; tutti scorazzano in paradiso da mattina a sera senza preoccuaprsi di alcunchè. E quando comincia a ribollire quella vicina bocca dell' Inferno [Il Vesuvio, all'epoca in fortissima e continua attività - ndr] , giammai si industriano per salvarsi e per fuggire: chiedono aiuto al sangue di San Gennaro; e con che si difende o cerca di difendersi tutto il resto del mondo dalla morte e dal diavolo, se non col sangue?Il trovarsi in mezzo a una massa di sfaccendati cosi innumerevole e perennemente agitata è straordinario e insieme salutare per un uomo del nord.Tutto trascorre in impetuoso disordine, e ognuno sa trovar tuttavia la propria mèta ! In tanta ressa e animazione mi sento perfettamente traquillo e isolato, e più assordanti son le strade, più grande si fa la mia calma »

Johann Wolfgang Goethe
da: Viaggio in Italia
A Napoli nel 1787

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