giovedì 9 ottobre 2008

Leandro Fernandéz de Moratìn su Napoli

«Il popolo è numerosissimo, villano, nudo, maligno, ripugnante quanto mai; la plebe di Napoli è la più strafottente, la più spudorata, la più oziosa, la più sudicia ed indecente che io abbia mai visto nei miei viaggi. Scalzi e miserabili, con calzonacci strappati e una camicia zozza e tutta bucata, percorrono la città, si raccolgono a prender il sole, urlano per le vie e, senza occuparsi di niente, passano il giorno vagando senza mèta, finché la notte si ritirano nei loro infelici tuguri.Gente che non conosce responsabilità alcuna nella vita nè dignità, si mantiene in vita rubando, ed è da credere che in una città cosi grande non manchi mai l’avanzo delle mense dei potenti o della zuppa dei conventi per sfamarli cosi da ridurli ancor più alla pigrizia. Un piatto di brodaglia col quale ciascuno di essi possa soddisfare le proprie necessità di stomaco, le sole necessità che conoscano; e inoltre, per male che vada, ruberanno sempre due o tre denari, per saziarsi di castagne, pere, formaggio, polenta, maccheroni, trippa, o pesce fritto negli innumerevoli spacci, che si trovano da ogni parte e son destinati proprio al mantenimento dei lazzaroni.Il loro numero è cresciuto al punto che vien stimato intorno ai 50.000; un esercito.Benchè io dubiti della cifra, debbo riconoscere che si son moltiplicati a dismisura e che incutono molta paura camminando per strada.

Leandro Fernandéz de Moratìn [1760-1828]
Poeta, drammaturgo e letterato spagnolo.
Da: Viaje de Italia. A Napoli nel 1794.

Nessun commento: